Menu principale:
La glorificazione.
Venne rapida e spontanea per l'eroina di Cristo la glorificazione. Durante il suo martirio alla vista degli angioli che facevano ossequio, settecento soldati e tremila cittadini, ripudiarono il culto degli dei e si fecero cristiani e devoti della invitta Martire Domenica. In breve tempo si elevarono in suo onore templi, sontuosi: città, borghi, colline, golfi e rade del mare le furono dedicate e dappertutto era esposta la sua immagine, come ne fanno fede traccie della più remota antichità, benchè i documenti siano scomparsi.
Con un segno di croce,le statue degli dei caddero
Belle chiese o altari ebbe ed ha la santa in Fiumefreddo Bruzio, Messina, Zara, Saluzzo, Gambara, Castelnuovo di Cattaro, S. Domenica di Ricadi, Longobardi, Cassano Jonio, Nola, Campagna, Tremestieri, Aprigliano,S. Domenica di Gallico, Monreale, Vizzini, Oria, Caraffa, Sitizzano, Ruggero, Scorrano, Caltanisetta, e altrove.
Piegò il capo al ferro
Suo culto.
Il culto per S. Domenica si estese ben presto e divenne popolarissimo oltrecchè in Occidente anche in Oriente, dove alla sua diffusione influirono la morte gloriosa dei suoi santi genitori, avvenuta in Armenia, e le relazioni che sorsero tra quelle regioni e le nostre, attraverso i monaci La liturgia salutò il nome di Domenica coi titoli più belli. La chiamò -
La inserì nel Martirologio, specialmente in quello di rito slavo e ruteno. Le sue chiese vennero chiamate fiumi di miracoli, per le frequentissime e straordinarie grazie che in esse si ottenevano per sua intercessione. Il Concilio Ecumenico di Calcedonia, indetto da San Leone Magno nel 451 contro Eutiche, si volle celebrato sotto i suoi auspici, in una basilica che da lei prendeva il titolo. Il culto per S. Domenica salì a tale e tanta rinomanza che moltissimi dotti lo credettero argomento degno delle loro penne. Oltre le notizie biografiche che si contengono nei Menologii e negli Officii, hanno scritto della Santa il Baronio, il Gualtieri, il Barrio, il Marafioti, l'Ughelli e i Bollandisti. Fra, i Tropeani debbono ricordarsi, il Baroni, lo Sgambati, il Fazzari, il Campesi e il Sergio ed infine Mons. Taccone Gallucci insigne Vescovo di Nicotera e Tropea dal 1892 al 1910.
Fra i tanti miracoli racconteremo quello avvenuto a Longobardi.
Era la vigilia di S.Domenica precisamente il 5 Luglio 1904, tutto il popolo era raccolto nella chiesa parrocchiale a lei dedicata,per i vespri solenni. Con fragore indicibile un fulmine penetrò nella chiesa,producendo vari danni all’edifizio. Alcunne canne dell’organo furono fuse; la sedia su cui doveva sedere l’organista fu fatta a pezzi; il tiramantice ebbe qualche leggera ustione, ed il parroco ebbe i capelli bruciacchiati. Grazie a Dio nessuna vittima. Il popolo di Longobardi, in segno di gratitudine per la visibile protezione di S.Domenica, ha voluto sostituire il vecchio altare della chiesa con un nuovo di marmo per ricordare il fatto e per perenne riconoscenza del benefizio. Fine
Il suo corpo vien raccolto degli angeli e portato a Tropea