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PERSONAGGI

Dolorosa separazione.
Intanto  Diocleziano non  ritenendo sufficiente una tal prova  per vendicare la solenne  sconfitta, ricevuta in pieno pretorio  da una fanciulla, macchinò nuovi tormenti, e nella sua raffinata malizia, pensò che più della morte sarebbe riuscita, dolorosa per Domenica la separazione  dai suoi genitori. Diede dunque ordine che Doroteo ed Arsenia fossero tratti di prigione, e carichi di catene, venissero spediti nella lontana Mesopotamia. Che  spasimo nella presente separazione e come  lenti tristi saranno trascorsi i giorni per Domenica, in quella tana di carcere, senza, più  avere il conforto, il sostegno dei genitori!

   
              
E' messa nelle mani di una donna infame

E che strazio per i due vecchi dover abbandonare la loro Domenica e lasciarla, nelle mani di quel tiranno! sacrifizio fu ben presto premiato dal martirio. Giunti, dopo stenti infiniti, nell'Armenia, vennero affidati a Giusto, governatore di Mitilene che li sottopose, finchè, perseverando nella fede, venne loro reciso il capo. Con si glorioso martirio  se ne volarono al cielo a prendere la, corona dei Martiri, e ad assistere con opportuni celesti soccorsi, alle nuove battaglie della loro figliuola.


              
S.Domenica

Da. Massimiano.
Era infatti S. Domenica ad un ben  grave cimento. Mentre Diocleziano infieriva contro i seguaci di Gesù Cristo, le cose d’Oriente  fecero sentire il bisogno della sua presenza
ed egli Senza ritardo dovette abbandonare l'Occidente a  Massimiano  che sin dal 286 erasi associato all'impero. Quest'altro mostro, ricevuto dal collega. l'incarico di pervertire o stritolare  l'Eroina di Tropea, per vendicare l'imperiale  maestà, umiliata, al cospetto di un popolo intiero dalla, sua fermezza e da, tanta, costanza, la fece venire dalla Campania a Roma,, ripromettendosi di conquistarla in breve tempo. L'invitta Domenica fu dunque condotta a, Massimiano che si provò incuterle spavento; ma al rimirare le sue fattezze, incantevoli, rese  ancor  più maestose dai patimenti e dall'interna ingenuità, e al vedere che al suo sguardo  d'Imperatore, non si abbassava, quello dignitoso di Domenica, si sentì vinto, ed affettando galanteria prese a tentarla in mille modi nella speranza di sedurla coll'imperial prestigio. Ma non riuscì a destare in Domenica emozione alcuna che, segnasse un indebolimento nel suo proposito o arrendevolezza alcuna.                            continua

 
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