Pagina 5 - LONGOBARDINFOTO

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PERSONAGGI


                   
Viene duramente calpestata

Le si fecero d'attorno quelli del seguito di Cesare e mostrandole la, sconvenienza, nel contraddire la maestà del sovrano, la sollecitarono a piegarsi ai comandi ,alle premure, alle promesse di Massimiano. Ma la santa eroina, prendendo l'aspetto d'un angelo di fortezza, con poche parole, suggerite da quello Spirito che mette sulle labbra, a tempo propizio,quello che si ha da dire, confuse talmente l'Imperatore e quanti le prodigavano consigli insulti che tutti ammutolirono.

Massimiano allora diede ordine che fosse rinchiusa in oscura prigione a  morir di fame, sperando che la solitudine e l'inedia avrebbero  snervata e resa domabile  quella,tempra adamantina. Speranza quanto  mai vana perché  Iddio confortò talmente la santa Vergine che i custodi dovettero ben presto riferire al monarca che gli orrori del carcere nulla potevano sul cuore della giovine più delle moine e delle carezze ; che anzi servivano a renderla più salda, e che se voleva ottenere l’intento, conveniva prendere altra via.

L'arma satanica.
Ricorse allora il corrotto tiranno ad un'arma non nuova nella storia delle giovani Martiri cristiane, ma pur sempre satanicamente maligna. Chiamata una donna d'infame mestiere, con larghe  promesse di doni, l'incaricò di corrompere in Domenica il verginal pudore per portarla al-l'apostasia. La giovane perciò fu sciolta dalle catene, tolta dalla prigione, e, vestita con straor-dinaria eleganza, fu messa nelle mani di quella megera. Questa, nulla lasciò d'intentato: promesse, preghiere, offerte e minaccie; ma tutto fu vano. Per dieci giorni continui durò questo tormento per Domenica, ma furono giorni per lei gloriosissimi, perché ad ogni ora le recavano il merito d'una nuova vittoria, e la gloria di un nuovo trionfo. La detestabile donna, provati inefficaci tutti i tentativi di corrompere Domenica, la rimandò all'Imperatore Massimiano. Dopo aver cercato di indurre la vergine cristiana alle sue voglie, rimasto una seconda volta confuso e sconfitto dall'eloquenza di lei, egli ordinò che, gettata a terrà, venisse duramente calpestata. Ed ecco la Martire a terra stramazzone, ridotta ad uno stato straziante. Ma lo Sposo celeste che la voleva serbare ancora per altre prove, dispose che miracolosamente si rialzasse, completamente illesa. Non credendo il tiranno ai suoi occhi, dimentico della dignità imperiale, ordinò che venisse in sua presenza denudata e sottoposta a dura flagellazione. Fu spettacolo di somma edificazione per il popolo, vedere Domenica assorta in preghiera quasi insensi  bile allo tremende percorse. Fu tale e tanta  la sua pazienza, la generosità e l'allegrezza, elio Massimiano fu costretto a far smettere di batterla; e per toglierla dagli occhi del pubblico che l'ammirava e si convertiva a Cristo, la fece rinchiudere in carcere.

Verso il trionfo eterno.
Non sopportando dinanzi agli occhi un testimonio vivente della sua barbarie e delle sue sconfitte, Massimiano rimandò Domenica in Campania dal Proconsole Ilariano. Si tralascia per brevità, la descrizione dei tormenti cui venne sottoposta. Fu fatta appendere pei capelli sopra una catasta di legna a bruciare, ma il Signore la guarì miracolosamente dalle piaghe. Di nuovo condotta al tempio di Giove, compi strepitose meraviglie, abbattendo al suo entrare le statue degli dei. Lo stesso Ilariano, mentre si avvicinava alla Vergine di Cristo veniva ucciso da un fulmine. Condannata dal successore di lui a morire in una fornace ardente, ne esce illesa. Esposta ai lupi ed ai leoni, li doma e ne è accarezzata. Vincitrice di tanti tormenti e di tanti supplizi, viene in fine condannata alla spada.
         continua
 
                                                                                                                                                                                               


 
Interno chiesa S.Domenica

 
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